La Caritas in Ucraina è stata sempre in prima linea per assistere le persone più vulnerabili, sia nelle zone interessate dal conflitto che nel resto del paese.
Ha provveduto alla fornitura di aiuti umanitari, all’assistenza domiciliare in aree difficili da raggiungere, al supporto psico- sociale delle famiglie. “Attraverso le attività comunitarie, Caritas ha aiutato le persone a organizzarsi e a cominciare a normalizzare la vita sociale”, prosegue Tetiana Stawnychy. Dall’inizio della crisi nel 2014, la Caritas in Ucraina ha aiutato circa 800 mila persone. Un aiuto che ha raggiunto anche i profughi provenienti da altri paesi, come le famiglie afghane che questa estate sono state accolte nelle strutture Caritas, in attesa di un trasferimento in altri paesi europei.
Caritas resta accanto alla Caritas e alla popolazione locale e rilancia l’appello del Consiglio delle Conferenze dei Vescovi d’Europa: “In quanto pastori del Continente Europeo, vogliamo fare appello ai Responsabili delle Nazioni affinché non dimentichino le tragiche guerre mondiali del secolo scorso…. Insieme al Santo Padre, vogliamo chiedere ai Governi di trovare “soluzioni accettabili e durature”, basandosi sul dialogo e sul negoziato e senza ricorrere alle armi”. La pace è una costruzione che riguarda tutti, ad ogni livello di responsabilità, nessuno escluso.
“La pace è insieme dono dall’alto e frutto di un impegno condiviso. C’è, infatti, una “architettura” della pace, dove intervengono le diverse istituzioni della società, e c’è un “artigianato” della pace che coinvolge ognuno di noi in prima persona. Tutti possono collaborare a edificare un mondo più pacifico: a partire dal proprio cuore e dalle relazioni in famiglia, nella società e con l’ambiente, fino ai rapporti fra i popoli e fra gli Stati.” Papa Francesco, Messaggio per la pace, 1 gennaio 2022.
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